Se si litiga si distrugge la relazione
La relazione non tornerà mai più come prima
Se mi arrabbio perdo il controllo
Ci deve essere per forza un vincitore e un perdente
E’ tutta colpa tua se mi arrabbio
Non litighiamo per il bene dei bambini
Questa è una piccola lista, sicuramente non esaustiva, ma offre uno spaccato sulle idee più diffuse.
Ognuno porta con sé qualche pregiudizio piccolo o grande sulla negatività del conflitto.
Ti riconosci in alcune di queste frasi? E' normale.
Educare al conflitto è uno dei compiti genitoriali più difficili. Per poterlo fare dobbiamo prima avere consapevolezza di cosa rappresenta il conflitto per noi, come lo gestiamo, come ci fa stare.

Stare nel conflitto: passo dopo passo.
Le discussioni e i conflitti sono sani. E inevitabili. Il meglio che possiamo fare è offrire ai figli un ambiente in cui si possano sentire liberi anche di esprimere un irragionevole scoppio di rabbia e insegnare loro, con l’esempio, a “riparare” le rotture nel legame.
Riconoscere l’esistenza di un conflitto.
Se ritengo che litigando si metterà fine alla relazione, allora cosa guadagno nel portare a galla la conflittualità? Se credo che la rabbia sia solo distruttiva, parlarne come potrà essere di aiuto alla relazione? Se penso che il conflitto porterà inevitabilmente a sancire un vincitore e un perdente, allora dovrò combattere con tutti i mezzi per non soccombere; questo è senza dubbio faticoso, meglio mantenere il quieto vivere.
Riconoscere in modo aperto e onesto l’esistenza di una conflittualità è il primo passo per poterla utilizzare proficuamente.
Accettazione del conflitto come parte integrante della relazione
Fa parte di questo step il riconoscere la differenza tra l’emozione e il comportamento. Sentire la rabbia, non significa automaticamente agire in modo aggressivo o violento. Esistono diversi passaggi tra il sentire l’emozione della rabbia ed agirla. Riconoscere la rabbia prima di agirla permette di avere a disposizione molte più opzioni e scegliere come comportarsi.
Accettare la non risolvibilità del conflitto.
Il conflitto non è risolvibile, se per risoluzione intendiamo decidere chi ha ragione e chi ha torto, chi vince e chi perde. Il conflitto è però trasformabile. Si può trasformare da scontro ad incontro di esigenze, bisogni e desideri diversi. La rabbia non è nemica di questo processo, anzi, diventa un importante strumento. Essa permette di prendere consapevolezza delle proprie esigenze e di comunicarle all’altra persona. Va però accompagnata dalla consapevolezza che il miglior alleato per trasformare lo scontro in incontro è proprio l’altra persona coinvolta nel conflitto.
Il conflitto si ripara
Riparare una rottura significa comprendere i sentimenti, le intenzioni e i desideri dell’altro. Metterci nei suoi panni, vedere le cose dal suo punto di vista. Per riparare bisogna prima aver accettato il conflitto, guardare alle proprie reazioni con compassione, osservare con calma. Riparare significa rinunciare a voler aver ragione. Significa chiedere scusa senza aggiungere “però tu…”
Ripetiamo ciò che non ripariamo.
Obaugh
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